Addio a Daria Nicolodi, attrice culto di “Profondo Rosso”
Questo 2020 continua a falcidiare la vita di alcuni iconici artisti che amiamo. È infatti venuta a mancare ieri mattina, a Roma, all’età di 70 anni, la nostra dark lady Daria Nicolodi, l’iconica protagonista del film “Profondo rosso” (1987).
Chi era Daria Nicolodi
La Nicolodi era nata il 19 giugno 1950 a Firenze, città che lasciò, appena 17enne, per studiare recitazione all’Accademia di Arte Drammatica di Roma esordendo nel 1968 nel “Candelaio” e subito dopo “Orlando Furioso” diretti dallo stesso regista, Luca Ronconi.
Il 1970 fu ufficialmente l’anno del suo debutto sul grande schermo nel film di Francesco Rosi “Uomini Contro” di Francesco Rosi e l’anno successivo nella commedia musicale di Giovannini e Guarinei “Alleluja brava gente”.
La sua brillante carriera era stata poi coronata con la sua partecipazione al lungometraggio di Carmelo Bene “Salomè”. Nel 1973 ottenne con il ruolo di Anita in “La proprietà non è più un furto” di Elio Petri la Targa Mario Gromo come migliore attrice esordiente.
La Nicolodi non rifuggì neanche partecipazioni televisive come per gli sceneggiati Rai “I Nicotera” (1972) e “Ritratto di donna velata” (1974) e teatrali (diretta in “Delitto e delitto” da Gabriele Lavia, ad esempio).
La vita privata
Le pellicole grazie alle quali la Nicolodi, però, diventerà una vera e propria attrice di culto saranno quelle dirette dal regista e suo compagno Dario Argento.
Se il sodalizio artistico iniziato con “Profondo rosso” al 1987 si concluse con “Opera”, oltre ad un piccolo ruolo ne “La terza madre” (2007), la vita matrimoniale con Argento è continuata tutta una vita. Se lo scultore Mario Ceroli l’aveva resa madre per la prima volta di Anna, è tragicamente scomparsa nel 1994, dal matrimonio con Argento è nata invece Asia, anche lei attrice.
Con Argento la Nicolodi non condivideva solamente il nome ma l’amore per la letteratura e la musica. Sarà lei a far scoprire, ad esempio, al maestro dell’horror italiano i Goblin e le pagine di Chandler. Aveva poi affiancato il marito nella scrittura della magistrale sceneggiatura di “Suspiria”, ispirata proprio alle storie di magia nera che la nonna le raccontava quando era piccolina.
Le controversie legali
La Nicolodi fu spesso vittima del bigottismo imperante in Italia nei decenni precedenti. Nel 1978 lo spettacolo teatrale “Il Gateanaccio” dov’era protagonista assieme a Gigi Proietti fu soppresso al debutto per via della trama esplicita e, secondo l’epoca, scandalosa.
Il 19 giugno del 1985, invece, venne arrestata assieme al suo compagno Dario Argento per il possesso di 23 grammi di hashish, costretti a trascorrere due notti nel carcere di Regina Coeli, fino all’evidente assoluzione.
L’ultimo saluto di Asia
L’attrice Asia Argento ha scritto sui suoi social un accorato messaggio di addio alla madre, da tempo malata di un brutto male:
“Riposa in pace mamma adorata. Ora puoi volare libera con il tuo grande spirito e non dovrai più soffrire. Io cercherò di andare avanti per i tuoi amati nipoti e soprattutto per te che mai mi vorresti vedere così addolorata. Anche se senza di te mi manca la terra sotto i piedi, e sento di aver perso il mio unico vero punto di riferimento. Sono vicina a tutti quelli che l’hanno conosciuta e l’hanno amata. Io sarò per sempre la tua Aria, Daria”.
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